cavare
[ca-và-re]
(càvo)
A
v. tr.
1 Tirare fuori, estrarre: c. le mani di tasca, una spada dal fodero; c. marmo da una cava, un chiodo dal muro
| Cavare gli occhi, accecare
| Cavare sangue, salassare
‖ fig. Cavare a stento le parole di bocca a qualcuno, farlo parlare a fatica
| Mi hai proprio cavato le parole di bocca, hai espresso proprio ciò che volevo dire io
| Cavare sangue da una rapa, da una pietra, pretendere una cosa impossibile
| Cavare, cavarsi una spina dal cuore, togliere, togliersi un cruccio, un dolore
| Cavarsi di, dalla mente, dalla testa qualcosa o qualcuno, smettere di pensare o di darsi pena per qualcosa, per qualcuno
| Cavarsi gli occhi, litigare con qualcuno in modo furioso
| Cavarsi gli occhi su un libro, sforzare gli occhi per decifrare scritti o grafie di difficile lettura; leggere a lungo, spec. in ambienti poco illuminati
‖ Cavarsi il pane di bocca, fare grandi sacrifici per gli altri
| Non cavare un ragno dal buco, non conseguire alcun risultato
2 Tirare via, levare: c. la pentola dal fuoco; c. le macchie dal vestito, smacchiarlo
‖ fig. Cavarsela, riuscire in qualche modo a trarsi fuori da una situazione difficile o pericolosa
| Cavare le castagne dal fuoco per qualcuno, darsi pena, correre dei rischi per risparmiarli a qualcuno
| Cavarsi la fame, la sete, la voglia, soddisfarle
3 Ricavare, ottenere: c. un guadagno da una vendita, da un'attività
‖ Trarre, dedurre: cavatene voi le conclusioni!
4 Togliere di dosso: c., cavarsi le scarpe, il cappello, il soprabito
5 ant., lett. Scavare, produrre una cavità o un incavo asportando del materiale
B
v. intr. (aus. avere)
SPORT Nella scherma, eseguire una cavazione