piantare
[pian-tà-re]
(piànto)
A
v. tr.
1 Interrare semi, germogli e sim. per farli crescere: p. fiori, bulbi, ortaggi
‖ Coltivare un terreno piantandovi qualcosa: p. un terreno ad alberi da frutto; p. un giardino a gerani
‖ fig., pop. Andare a piantare cavoli, isolarsi
| Piantare carote, raccontare frottole
2 Conficcare qualcosa in una superficie solida, spec. nel terreno: l'alpinista ha piantato la bandiera in cima al monte; hanno piantato i pali del telegrafo; mi ha piantato le unghie nella mano
| Fissare: gli ha piantato gli occhi addosso con aria minacciosa
‖ fig., pop. Piantare chiodi, indebitarsi
| Piantare grane, creare difficoltà, spec. per motivi inconsistenti o pretestuosi
| Piantare le tende, accamparsi in modo stabile, piazzarsi da qualcuno
3 fig. Lasciare, abbandonare in maniera improvvisa: ho deciso di p. il lavoro e di andare al mare; è meglio p. la discussione; p. la moglie, il marito
‖ Piantare in asso, lasciare bruscamente, interrompere un qualsiasi rapporto
‖ Piantare baracca e burattini, abbandonare tutto e tutti
‖ pop. Piantarla, smettere di fare, di dire qualcosa, spec. di sgradevole o sconveniente
| Piantala!, smettila!
4 fig., non com. Impiantare: p. una società
B
v. rifl. piantàrsi
Arrestarsi, fermarsi, collocarsi stabilmente:
si piantò in mezzo alla stanza;
ormai si è piantato in casa loro
C
v. intr. pronom. piantàrsi
Conficcarsi:
la freccia gli si piantò profondamente nel piede
‖
fig. Imprimersi profondamente:
questa idea mi si è piantata in testa e non riesco a liberarmene
‖
Piantarsi sullo stomaco, di cibo, essere indigesto